venerdì 11 dicembre 2015

Ciao Nina, ci mancherai

Da tempo non scrivo su questo blog. Tante idee, spesso mi dico che dovrei pubblicare qualcosa, ma il tempo è tiranno.

Oggi però voglio scriverti, Nina. Perché tante volte ho parlato di te su queste pagine virtuali.
Avevo raccontato il tuo arrivo nella nostra famiglia che si stava allargando. Arrivavi da un canile abusivo, avevi paura degli uomini e dei bastoni.

La paura degli uomini ti è rimasta, ma a poco a poco hai cominciato a fidarti dei familiari. Non di tutti... non si sa se avevi più paura tu di mio fratello o più lui di te... 

Ti avevamo anche regalato una pettorina blu, suscitando riprovazione nella negoziante: ma come, il blu per una cagnolina femmina? Ed era solo l'inizio, tutt'ora Irene viene regolarmente scambiata per un bambino... Ma che ci vuoi fare, all'idea della divisione dei sessi per colore mi viene l'orticaria...

Avevi poi perso la pettorina blu in una delle tue escursioni ad inseguire le lepri. Eri anche brava, dicevano i cacciatori che ti incontravano per strada. Il vicino di casa, cacciatore, era letteralmente innamorato: un paio di volte mi aveva fermato per dirmi che bell'esemplare che eri. Noi non ce n'eravamo accorti, per noi eri una della famiglia, non un "esemplare". Però devo dire che ogni volta che vedo la tua foto in Trentino anche io mi riempio di orgoglio: eri davvero, a modo tuo, un bel cane...

La pettorina te l'avevamo poi ricomprata, stavolta rossa per evitare di scandalizzare ancora i benpensanti. Te l'eri meritata dopo giorni di babysitteraggio a Valerio. Ricordi quella volta a Torino? Addirittura due bambini, il tuo cucciolo Valerio e la "grande" Irene, figlia di un'amica. Ti avevano portato a spasso per un'ora, ma in realtà eri tu che badavi a loro, col tuo istinto di mamma.

 Da un mese avevi cominciato a stare male, erano i reni. I primi anni di vita, in condizioni pessime, devono aver influito molto sulla tua salute. E comunque non eri più giovanissima, quasi 13 anni. Avevamo provato con una cura, ma senza risultato. 

Fino all'ultimo, sei stata un cane orgoglioso e selvatico, col tuo istinto di cane da caccia più lupo che pantofolaio. Hai deciso tu che la cura andava interrotta, strappandoti la flebo. Hai deciso che non aveva più senso continuare in quelle condizioni, smettendo di mangiare.

Ciao Nina, ci mancherai.

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